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Andrea Puccetti è biologo e bricolaire. La passione per il mondo sottomarino è alla base della sua ricerca artistica.

Vive e lavora a Roma.

 

Bagliori, ombre lontane che si aggirano imponenti, movimenti impercettibili colti a distanza, figure che scompaiono e improvvisamente riappaiono baluginando.

Grandi occhi, linee spezzate, branchie, squame, pinne, mandibole mobili e non, animano le sagome di pesci reali e fantastici.

Grazie a lievi movimenti d’aria, si muovono in gruppi compositi o in solitudine, come in una danza, portando l’osservatore a immaginarsi abitante di una realtà sottomarina.

Subacqueo, biologo, ma soprattutto homo faber, Andrea Puccetti studia Alexander Calder. E’ il gioco di equilibrio tra pesi e movimento, unito all’apparente leggerezza con cui il grande artista statunitense unisce le singole forme che lo affascinano.

Taglia lamiere di alluminio, recupera lastre di ottone, seleziona frammenti di rame, di acciaio, li unisce utilizzando microscopiche viti (mai la colla) e con un sapiente lavoro di bilanciamento li trasforma in saraghi, cefali, orate, cernie perennemente in movimento in un mare immaginario. Simili ma diversi come in natura, i singoli esemplari presentano caratteristiche proprie che li rendono unici e contemporaneamente parte integrante di un gruppo.

Metafora forse del nostro essere, in cui gioco e sperimentazione si bilanciano magistralmente, la ricerca di Andrea Puccetti sembra volere alludere alla leggerezza del nostro esistere sottolineandone, con ironia, l’imprevedibilità.

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